Carlo Palermo
Carlo Palermo nasce ad Avellino il 28 settembre 1947. Vive prima ad Ischia e poi a Roma ove frequenta il liceo classico presso il Liceo Orazio e la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma dal 1966 al 1979, proseguendo poi gli studi nella Specializzazione in Diritto Sindacale e del Lavoro. Inizia a lavorare nel 1973 prima a Perugia e poi a Vicenza come funzionario nella carriera direttiva della Banca d’Italia. Cessa tale attività professionale due anni dopo per prendere servizio, dal 1975, come magistrato del Tribunale di Trento. Dal 1980 viene nominato giudice istruttore continuando a svolgere tali funzioni fino al 1985. Diviene noto al grande pubblico quando apre una grossa indagine su un traffico internazionale di armi e droga, che viene avviata nel 1979 e quindi estesa dal 1980 in seguito al sequestro di 110 kg di morfina base a Trento che erano destinati all’albergatore Karl Kofler che costituiva un anello di congiunzione tra i trafficanti turchi e i mafiosi siciliani. L’indagine presentò risvolti in tutti i continenti con svariate centinaia di imputati e indiziati italiani e stranieri. Non venne ultimata in quanto la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo domande proposte da imputati, legali e dalla stessa Procura Generale presso la Corte d’appello di Trento, dispose (nell’ottobre del 1984) lo spostamento degli atti e delle istruttorie in corso in altra sede (Venezia) per legittima suspicione. Il dottore Palermo, pochi giorni dopo, propose domanda formale per essere subito trasferito alla procura di Trapani, dove le sue indagini già si erano incrociate con quelle svolte dal collega Giangiacomo Ciaccio Montalto ucciso nel gennaio del 1983. Nella città siciliana, il due aprile del 1985, dopo 50 giorni dal suo arrivo nel precedente febbraio, la mafia tentò di ucciderlo con un’autobomba a Pizzolungo, una frazione del trapanese: il magistrato restò ferito, poiché al momento dell’esplosione l’auto del magistrato stava superando una vettura su cui si trovavano Barbara Rizzo e i suoi due piccoli gemelli Salvatore e Giuseppe Asta, che morirono dilaniati, investiti in pieno dall’esplosione. Le indagini successive affermarono che l’attentato dinamitardo aveva finalità preventive e dimostrative perché il giudice Palermo aveva intenzione di continuare le indagini sul traffico di droga e sarebbe potuto arrivare ad una raffineria di eroina nei pressi di Alcamo, che venne scoperta dalla polizia ventidue giorni dopo l’attentato. Pochi mesi dopo l’attentato, Carlo Palermo si trasferisce per qualche tempo a Roma al ministero, poi lascia la magistratura, nel 1991, per motivi di salute dipendenti da causa di servizio e intraprende l’avvocatura, oltre a impegnarsi in politica. Per La Rete viene eletto dall’aprile 1992 deputato alla Camera dei Deputati nella XI^ legislatura. Nel novembre 1993 si dimette da tale carica per presentare alle elezioni regionali e quindi svolgere, dal 1993 al 1998, le pubbliche funzioni di consigliere provinciale a Trento e regionale nella Regione Trentino Alto Adige. Il dottor Palermo ha scritto numerosi libri. Si ricordano qui: Riflessioni di un giudice, Editori Riuniti, 1987; L’attentato, Trento, Publiprint, 1993; Il quarto livello: integralismo islamico, massoneria e mafia, Editori Riuniti, 1996; Il giudice. Frammenti di una storia incompiuta, Reverdito Edizioni, 1997; Il papa nel mirino. Gli attentati al pontefice nel nome di Fatima, Editori Riuniti, 1998; Il quarto livello: 11 settembre 2001 ultimo atto ?, Editori Riuniti, 2002.